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Fan Fictions Scrittori, venite a leggere le più belle storie dei Fans, noi ti diamo l' opportunità di pubblicarle!

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  #11  
Vecchio 09-04-2006, 17:00
-kiaretta-
Ospite
 
Messaggi: n/a
Predefinito Re: Le vostre storie!

Buondì!
Sono Chiaretta (o -kiaretta-, a seconda dei siti a cui sono iscritta) ^_^
Ho letto le due storie di Maria e mi sono piaciute, però sono così triiiistiii
Non dovrei parlare io, però, che su fushi ho scritto un'unica ficcy piuttosto strappalacrime anch'essa...
Dato che ho l'impressione che superi i limiti di lungheza vi lascio il link del sito di ff su cui l'ho pubblicata, se volete darle un'occhiata!
Spero che il link funzioni!!

La fic si intitola "Hear me cry" ed è una one-shot su Suboshi ^__^

Commento: "E se mai arriverà un giorno in cui non sentirò più questo insopportabile male al cuore, spero che non sia adesso. Adesso voglio tenerti ancora con me, in un abbraccio infinito, in un dolore eterno. "

http://www.egoio.net/efp/viewstory.php?sid=47176&i=1

Buona lettura!
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  #12  
Vecchio 09-04-2006, 20:21
Maria Maria non è connesso
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Predefinito Re: Le vostre storie!

Ti dico solo che per scrivere storie il mio unico punto di riferimento è Edgar Allan Poe... quindi credo di aver detto tutto!

Trovo il suo modo di scrivere affascinante e conturbante al tempo stesso... le sue storie sono scritte con enorme maestria e credo che il suo modo crudo e realistico sia superlativo... e si adatta ad ogni genere di storia.

Io nelle storie che scrivo voglio appunto mettere in evidenza la cruda realtà dei fatti... preferisco descrivere i sentimenti analizzandone il lato negativo e quello positivo cercando di farlo nei migliore dei modi.. e spero che questo sia arrivato a chi l'ha lette...^^
Rispondi citando
  #13  
Vecchio 09-04-2006, 22:46
Maria Maria non è connesso
Suzaku Fan
 
Data registrazione: Mar 2006
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Predefinito Re: Le vostre storie!

kiaretta... è molto bella!!^^
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  #14  
Vecchio 10-04-2006, 00:13
L'avatar di miakaxyz
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Predefinito Re: Le vostre storie!

complimenti chiaretta, è molto triste ma bellissima! Grazie della tua partecipazione! Se vuoi iscriviti anche a questo forum, così parliamo ancora!
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  #15  
Vecchio 10-04-2006, 10:39
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Predefinito Re: Le vostre storie!

Si mi piacerebbe anche a me che scrivesse qualche cosa nel nostro forum è molto brava ^.^, complimenti!!
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No
Buta Power Chuunyuu
By G8 standards, Italy is a strange country. Put simply, it is a nation of octogenarian lawmakers elected by 70-year-old pensioners. Everyone else is inconsequential. tratto dal TIMES
MEGLIO AGITARSI NEL DUBBIO CHE RIPOSARE NELL'ERRORE
Per uno come me che non ha niente, l'unica cosa che potevo buttare via per te, era me stesso(Take Care of the Young Lady)
Powa Power
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  #16  
Vecchio 10-04-2006, 17:13
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Predefinito Re: Le vostre storie!

Detto, fatto!
Mi sono iscritta!
Grazie per i complimenti, sono molto contenta che la fic vi sia piaciuta!
Parteciperò con piacere anche agli altri topic!
Un bacio
a presto!!
Rispondi citando
  #17  
Vecchio 28-04-2006, 13:42
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Jappofan Gēmu Otaku 
Predefinito Re: Le vostre storie!

è da molto che non si scrive qui, il link non funziona più no giusto ;-)
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  #18  
Vecchio 04-05-2006, 16:57
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Angeli del Forum 
Predefinito Re: Le vostre storie!

Non sono una brava moderatrice, eh?
Cmq, riparo subito! Innanzitutto riposto la fic, così anche se il link non funge, non fa niente....


*Hear me cry*



You passed me by
And yours heart is
As cold as ice
(You passed me by)

Did you see me cry?
(Did you ask you yourzelf)
Did you see my cry?
(Did you ask yourself why)
Can you hear me cry?
(Did you ask yourself)
Will we ever grow apart?

You couldn't say
Needed someone knew

And you actually thought
Deep inside I knew

I wonder where will we go
Will we be the same?
(You passed me by)

E’ stato un brivido, un semplice fremito quello che ha attraversato il mio corpo, eppure sembra che improvvisamente tutto sia diventato freddo come il ghiaccio.
Cos’è questa sensazione?
Il vuoto.
Come se tutto il mio io si sia svuotato, lasciandomi solo quest’orribile senso di desolazione. Mi manca qualcosa. Proprio quella cosa che prima di tutte trovava spazio nel mio cuore… proprio lui…
“Fratello?”
Lo chiamo.
Perché non risponde? Dov’è? Perché non mi dice “Cosa?”? Perché non mi guarda interrogativo, smettendo di suonare il flauto, ma con le note già pronte sotto le dita?
Il fremito continua inesorabile, mentre qualcosa blocca la mia voce: un immenso groppo mi stringe la gola; le lacrime pungono sotto le palpebre.
Non sento la sua aura spirituale.
Non riesco a sentirla.
Era in missione, lontano, ma riuscivo sempre a percepire la sua presenza qui vicino a me, dentro me.
Tutto sembra diventare più scuro e opaco, come se il Sole si stesse spegnendo.
Ho freddo.
Non capisco perché ma mi viene da piangere… Se adesso lui potesse vedermi piangere forse mi direbbe che sono uno stupido: non c’è motivo di piangere, anche se non mi ha risposto… vero?
I brividi continuano, ma sono diversi da prima. Mi scuotono con forza come per farmi accettare il pensiero che cerco di scacciare. Ho paura, ma devo stare tranquillo, perché non è vero. Quel pensiero cattivo, non è vero.
Non è vero.
Quello che sto per pensare non è vero.
Mi sento incompleto, spaventato, come se un forte colpo di vento avesse fatto volare via la mia piccola casa di paglia e adesso io sia allo scoperto, in balia del pericolo…

Perché non mi rispondi? Perché non ti sento, dannazione?!

No! Non è vero! Non devo dirlo!
Se non lo dico, non sarà successo niente. Tutto resterà perfetto come prima.

Dovunque andremo, sarà sempre lo stesso, vero?

Solo noi due.
Solo noi due per sempre. Vicini come le nostre splendenti costellazioni.
Se ti cerco con più foga sicuramente riuscirò a sentirti.

“Fratello!”
Chiamo la sua presenza con tutto me stesso. La sua aura dev’essere da qualche parte e forse non la sento solo per colpa di questi brividi!
Ma questo pensiero si fa strada. Sempre di più. Ma non devo pensarlo veramente, non devo dirlo.
Dove sei, fratello? Perché non riesco più a sentirti vicino? Perché?

*Possibile che le stelle di Suzaku…*

No! Se non lo dico, se non lo penso, non sarà vero niente! Potremo restare insieme!
Le lacrime scorrono sulle mie guance e mi mandano il volto in fiamme. Cosa sta succedendo? Non è vero! Non è vero!

*Possibile che le stelle di Suzaku l’abbiano ucciso?*

Ucciso…
Ucciso…
Ucciso…

È solo un eco maledetto…

Ucciso…
Lui non c’è più…
Da nessuna parte…?
Neppure se lo cerco?

L’hanno ucciso…

Ecco… inesorabilmente, tutto va in pezzi…

“Non ci posso credere…”

È mia questa voce? Strozzata dai singhiozzi… Eppure mi sembra tutto così lontano…

Ucciso…

Ho un gran mal di testa, e questi brividi continuano, ma è perché sto cercando di fermare le lacrime…. Non capisco niente, non vedo più nulla per via del pianto che offusca tutto nella sua patina sfuocata…
Ho tanta voglia di addormentarmi…
Vorrei fare un sogno, un sogno bellissimo, dove io e mio fratello viviamo il un paese in pace, dove la guerra non esiste e la morte l’invenzione di un maligno, che non può esistere.
Non esiste perché niente ci può dividere, vero, fratello?
No, niente ci può dividere.
Adesso tornerai dalla missione, sorridendo, e suonerai per noi il tuo flauto. Qualcosa di allegro, perché quando Seiryuu sarà invocato, non ci sarà più la guerra neppure qui. E noi due vivremo veramente nella pace. Insieme.Ho tanta voglia di addormentarmi, perché così, quando mi sveglierò, ti troverò vicino a me. Terrò gli occhi chiusi e sentirò la musica giungere delicata alle mie orecchie, poi aprirò lentamente le palpebre e potrò vederti sorridere…

Ti ricordi, fratello, di quanto fosse triste allora, mentre infuriava la guerra e noi camminavamo in mezzo a macerie e cadaveri, tenendoci per mano? Avevamo paura, tremavamo e avremmo preferito lasciarci andare alle lacrime, ma continuavamo a camminare. Senza mai lasciare le nostre mani. Senza allontanarci l’uno dall’altro e sentendoci un po’ più forti. Tutta quella disperazione ci aiutava a ricordare che non tutto era ancora perduto: eravamo ancora insieme.
Ti ricordi le serate sotto le stelle? Quando prima di dormire, suonavi il flauto ed io restavo ad ascoltarti, interrompendoti ogni tanto?
In quei momenti tu mi guardavi torvo, ma io ero felice lo stesso, perché anche se a volte litigavamo per delle sciocchezze, sapevamo che saremmo sempre stati vicini e che, anche quei momenti di rabbia, si sarebbero trasformati in ricordi sbiaditi, da raccontarci in futuro ridendo della nostra ingenuità.

Ogni volta che ti guardavo e notavo le nostre somiglianze non potevo fare a meno di pensare di quanto in realtà fossimo diversi, e dire a me stesso: voglio diventare come lui. Voglio essere degno di assomigliargli così tanto.

Perché tu eri il mio obbiettivo.

Tu, così serio, sensibile, responsabile.
Io, impulsivo, infantile e capriccioso.
Quanto desideravo raggiungerti e dimostrarti che avevi davvero ragione ad essere orgoglioso di me, e non solo per il bene che mi volevi, ma anche perché finalmente sarei diventato una persona matura.

Sento un bisbiglio intorno a me, ma mi arriva lontanissimo, quasi impercettibile: è Amiboshi? È lui che mi parla?

Lo sapevo che eri ancora qui… tu non mi lasceresti mai…
Ti prego, parla ancora, fammi sentire che ci sei, che non è vero niente!



“Sembra che Amiboshi… vale a dire il suo gemello, nonché compagno di avventure…”


Nakago? La voce è la sua… cos’è che vuole dire?


“… abbia perso la vita.”


Zitto! Non dirlo! NON DIRLO! Non fare il mio stesso errore! Se lo dici diventerà la realtà, e questa non è la realtà, vero Amiboshi?
Ma queste lacrime continuano a scendere copiose, come se i miei occhi volessero scoppiare dal pianto. Devo urlare, devo fare qualcosa, altrimenti il cuore e la testa mi scoppieranno.

Voglio vederti.
Devo vederti adesso, altrimenti impazzirò…


Tutti i momenti passati insieme, quelli belli, quelli più tristi, quelli divertenti, quelli che vorremmo dimenticare, non torneranno più.


Sto sprofondando.
Come se tutto intorno a me diventasse sempre più buio. Le tenebre mi soffocano, o forse sono solo i singhiozzi, però sto andando sempre più giù…


Non potrò più sentirti suonare il flauto. Non mi risponderai più seccato quando ti interromperò. Non mi sorriderai più.


“…Merda… Maledizione…!”
Degli artigli mi stanno dilaniando da dentro, perché non torni da me??


Non potremo più parlare, né combattere insieme. Non vedrò più l’altro me stesso di fronte a me, ad indicarmi la via giusto per diventare migliore.
Non avrò più mio fratello.

Non avrò più mio fratello.
Mai più…?
Mai più…


È questa la disperazione?

E io che credevo non facesse male fisicamente… eppure io mi sento morire: la testa, le gambe, le braccia mi fanno male; il mio corpo trema, il cuore sta per esplodere.

Non avrò più mio fratello.
I suoi occhi non mi guarderanno più protettivi e sinceri.
Le sue parole non mi faranno più ridere o riflettere.
Non avrò nessuno da cui tornare…




È proprio questa la disperazione? Questo buco nero che mi risucchia e mi fa scoppiare il cuore? Questa oscurità che mi stringe il cuore ogni secondo più forte?

Va bene.

Allora uccidimi…


Uccidimi, disperazione, ma non farmi più vedere questa nuova realtà perché se non potrò stringere la sua mano, non riuscirò a camminare.

Uccidimi, così che possa raggiungerlo subito e non soffrire più così tanto.



Io non sono forte.
Voglio solo sprofondare, sempre più giù, finché non sentirò più i bisbigli, finché non riuscirò più a sentire nemmeno i miei stessi singhiozzi, finché non sentirò più questi passi che mi si avvicinano.
Non voglio sapere chi sta arrivando. Se non può essere Amiboshi, allora non voglio che sia nessun’altro.


Chiunque tu sia, fermati. Non voglio averti vicino.


Voglio solo sprofondare da solo, sino a quando la disperazione non mi avrà inghiottito e portato da mio fratello.



“Poverino… piangi e di disperi…”



Che diavolo vuoi? Sparisci! Non voglio ascoltare la tua voce…


“Hai perso una persona a te molto cara, non è vero?”

Non riesco a fermarmi, devo gridare… ho perso una persona molto cara? No, stupida che non sei altro, non ho perso una persona a me cara, ho perso me stesso…ho perso Amiboshi… ho perso tutto… devo gridare o soffocherò per il dolore…

“STA ZITTA! CHE VUOI SAPERNE TU DI QUESTE COSE?!”

*Eh?! Chi credi di essere tu per parlarmi così? Che diavolo vuoi?*
Anche se ho alzato lo sguardo, non riesco a vedere bene il tuo volto, in mezzo a tutte queste lacrime, ma non m’importa…
Lo so che sei la Sacerdotessa di Seiryuu, ma sparisci, tanto non ho più bisogno di niente.

Volevo la pace per farla vedere a lui.
Volevo che la Sacerdotessa arrivasse per regalargli un mondo più felice.

*Come mi importa adesso?
Come ti permetti di compatirmi? Tu non capisci niente, tu ora non sei nessuno, vai via!
Non ho bisogno della tua compassione, né delle tue parole, né di Seiryuu…*

Ma perché diavolo continui a parlarmi?!
Vai via! Perché non sparisci?! Perché non torni nella tua crudele realtà? Io non la voglio la tua realtà! Io non voglio nient’altro che lui vicino a me, non mi serve altro! Se non posso averlo, allora resterò nell’oscurità…

… Perché mi abbracci?


“… Se hai voglia di piangere, fa pure. Ti terrò stretto a me finché non ti sentirai meglio…”



Cos’è questo calore?

Non riesco più a trattenere le lacrime e i singhiozzi. Devo scoppiare …

Vedo ancora questa oscurità, ma adesso devo risalire dal baratro perché devo dire “grazie” a questa ragazza. Dopo potrò tornare qui, nella disperazione accecante.
Dopo potrò tornare da Amiboshi, ma prima devo dirle grazie, perché il suo calore, in questo terribile gelo, mi sembra così bello…

Fratello… io non ce la faccio senza di te. Mi è stato strappato il cuore dal petto; gli occhi bruciano per le lacrime ardenti, il vuoto continua ad attanagliarmi. Ho un peso sul petto, che non va via, anche se mi dimeno e cerco di resistergli… Mi schiaccia con forza, mi soffoca, ma sembra quasi voglia stringermi come la Sacerdotessa… sei tu, Amiboshi?

Che stupido sono, ero così preso, che non mi sono accorto che sei tornato.
Se tu questo terribile perso che ho sul cuore, vero?

Se sei tu, allora resta.
Non mi agiterò più se rischierò di essere sopraffatto da questo peso che mi opprime…
Se sei proprio tu, mi farà anche piacere...
Sapere che ci sei anche tu, in tutto questo calore, mi fa sentire meglio, come se le cose fossero improvvisamente migliorate. Se chiudo gli occhi come sto facendo adesso, mi sembra veramente che il nostro desiderio si sia avverato… tu sei con me, anche se adesso il tuo pensiero mi fa male da morire, e siamo in un posto pieno di calore e di pace. Intorno a noi ora non c’è nulla di spiacevole.

Restiamo così per sempre, Amiboshi. Con gli occhi chiusi. Potremo riposarci.
Se resteremo così, stretti, con gli occhi chiusi, sotto questo sole dai raggi così caldi, sarà tutto perfetto, non avremo bisogno di nient’altro, solo di noi due…


Ah, no… me ne stavo già dimenticando… il calore non viene dal sole, ma da questa ragazza che mi abbraccia. Devo ringraziarla, anche perché non potrà abbracciarmi per sempre, alla fine ricomincerò a sentire quel gelo, allora mi ricorderò di come fosse tutto più bello in questo momento che il nostro sogno sembra avverato.

Dovrò alzarmi in piedi.

Sarà difficile dirle “grazie” senza di te, ma devo farlo lo stesso, anche se non ne ho il coraggio. Dovrò alzarmi nonostante le gambe mi facciano così male e il petto sia oppresso da te. Non ti preoccupare, non ti farò cadere, anche se mi alzerò. Ti terrò stretto a me, così non potrai allontanarti ancora, ti stringerò a me come sta facendo padrona Yui, così mi potrai ancora opprimere e ferire, ma almeno ci sarai.

E se mai arriverà un giorno in cui non sentirò più questo insopportabile male al cuore, spero che non sia adesso.
Adesso voglio tenerti ancora con me, in un abbraccio infinito, in un dolore eterno.

Spero che non sia adesso, perché ho ancora bisogno di sentirti, in un modo o nell’altro.
Voglio tenerti con me ancora un po’…
E mi viene quasi da sorridere se ti penso vicino.
Solo un momento non è sufficiente…in questa oscurità, per tutta questa strano e fredda notte, ti terrò abbracciato, anche se dovesse durare per sempre…
Presto dovrò alzarmi e ringraziare per il calore che mi è stato concesso in questo gelo, ma non ancora…



Adesso ascoltami piangere.

Puoi sentirmi piangere?
Non chiederti il perché, voglio solo che le lacrime righino il mio volto uguale al tuo…
Puoi sentirmi piangere?
Non chiedermi come, ma non posso fare a meno di piangere se penso che oltre questo abbraccio non ci sarai…
Puoi sentirmi piangere?
E non domandarti se cresceremo mai separati, perché senza di te io non ce la farò, ma finche mi farai male, allora saremo ancora insieme…


Se verrà qualcuno a cacciare il mio dolore, allora lo allontanerò, non ti preoccupare, gli dirò che voglio stare con te ancora un po’, anche se dovrò continuare a piangere.
Ascoltami piangere, ti prego.
Allontanerò tutto, tranne questo calore, perché è troppo bello immaginare che il nostro sogno si sia avverato:

Noi due che corriamo in mezzo a mille volti sorridenti, illuminati da un sole luminoso e caldo, per sempre.



I laugh inside
I think of you

Tell me why
This should suffice
I hold you through the night

Now,will i let it go
Soon i'll let it go

Can you hear me cry?
(Will you ask yourself why)
Can you hear me cry?
(Will you ask yourself how)
Can you hear me cry?
(Will you ask yourself)
Will we ever grow apart?

You,i'll stand by your side
I'll be there for you
(You passed me by)
You,i'll stand by your side
Please,just do me right
(You passed me by)
You, 'ill stand by your side
I'll be there for you







°°°
La canzone “Hear me cry” è cantata da Utada Hikaru e composta da Yoshiki degli X Japan.

Rispondi citando
  #19  
Vecchio 04-05-2006, 17:02
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Angeli del Forum 
Predefinito Re: Le vostre storie!

E dopo la ficcy su Fushi, vi posto il primo capitolo della fan fiction su Inuyasha, o melgio, su Kagura e Sesshomaru ^__^
Spero vi piaccia!


*THE WIND*



***
Sei assalito dai dubbi. In te regna la confusione, e non sai distinguere l’ieri dal domani. Ascolta il tuo cuore e troverai una guida. Pulsa come un tamburo, romba come le rapide d’inverno. In fondo, suono e silenzio sono inscindibili.
Ascolta.
Ascolta.
Ascolta.
Sangue, non acqua.
Il tuo sangue.
Suzume-no-kumo (1860)
***




Capitolo 1



Più lo osservava e più l’odio e la paura la divoravano.
Il pallore della suo pelle risaltava troppo in quella semi-oscurità, e i capelli candidi incorniciavano, come i petali di una rosa bianca, il volto di Hakudoshi, così liscio.

“Perché mi fissi così, Kagura?”

“E’ stato involontario, non volevo guardare te, stavo solo riflettendo.” Rispose l’altra prontamente, con tono insofferente.

La domatrice dei venti spostò lo sguardo affilato sul suo ventaglio abbandonato a terra, poco più in là, senza smettere di tormentarsi con pensieri che aveva formulato ormai un milione di volte senza prendere mai veramente una decisione.

Doveva scappare.

Doveva riacquistare la sua libertà, ne aveva tutti i diritti, ma come?

Continuava a rimuginarci su, ma ogni volta vedeva delle porte sbarrarsi davanti al suo cammino.
Era chiaro che l’altra parte di Hakudoshi fosse il vero cuore di Naraku, ma non aveva idea di dove potesse trovarsi.
Avrebbe potuto andare a cercarla, ma quel mostro si sarebbe accorto della sua lunga assenza ingiustificata e l’avrebbe rintracciata e, sicuramente, punita.

Perché il suo cuore doveva essere nelle mani di Naraku?

Automaticamente si portò una mano al petto, ripensando al dolore atroce che aveva sentito l’ultima volta che il suo cuore era stato stretto forte e il movimento suscitò un ghigno di Hakudoshi.

“Paura, eh?” disse ironico, accennando alla sua mano. Kagura la tolse subito, afferrando il ventaglio ed alzandosi in piedi.

“E di cosa?”

Fece scorrere lateralmente la porta e mosse qualche passo veloce, ignorando il bambino che le domandava dove stesse andando.

Sapeva che facendo così stava attirando ancora di più i sospetti di quel moccioso, ma non riusciva a sopportare il suo stato di prigionia e tanto meno il dover stare sempre con quel piccolo Naraku. Se solo quello stupido di Kohaku avesse collaborato! Sapeva certamente dove fosse l’altro neonato, ma non voleva dirglielo.
Bè, l’importante era che non la tradisse, spifferando le sue intenzioni a Naraku…

Attraversò con passo lento il giardino del castello, fermandosi solo un momento a guardare i cadaveri di alcuni servitori. Gli umani di quel castello stavano morendo uno dopo l’altro a causa dell’aura maligna che impregnava tutto, ma questo non era importante. Forse avrebbe potuto divertirsi un po’ con quei corpi prima che venissero fatti sparire, ma da un po’ di tempo la danza dei cadaveri, che un a volta la divertiva molto, iniziava a sembrarle di pessimo gusto.
Però era davvero un bella giornata. Se fosse stata libera, forse a quell’ora sarebbe stata in giro per i villaggi, ad uccidere qualcuno a piacimento, o semplicemente a mangiare in una casa accogliente.

Invece era costretta a stare in quel terribile castellaccio, con un marmocchio immortale e spione e con Naraku.
Ma non poteva arrendersi: doveva avere la sua libertà e l’avrebbe avuta.

Entrò in un’altra ala dell’edificio, più deserta e ancora più buia dell’altra.

E se Naraku l’avesse scoperta e uccisa?
Scosse la testa: possibile che dovesse essere sempre così spaventata e dubbiosa?

Passando davanti ad uno specchio appeso alla parete, si fermò di colpo e uno scintillio le attraversò gli occhi sanguigni: forse era già successa quella cosa…
Si slacciò velocemente l’obi (*) e fece scivolare la parte superiore del suo kimono sotto le spalle, poi, febbrilmente, scossa dall’emozione, si girò rivolgendo la schiena allo specchio e con la coda nell’occhio guardò il suo riflesso. Bastò una minima occhiata a sconfortarla nuovamente: il ragno era ancora lì, in mezzo alle sue spalle. Con una smorfia di disgusto cominciò a rivestirsi.
Non sapeva esattamente quando, ma aveva iniziato a sperare che quell’orribile tatuaggio sarebbe scomparso con Naraku, ed immaginava che, in fondo, a quel bambino nascosto non si sa dove, anche se vegliato da Kanna, poteva accadere qualunque cosa senza preavviso.
Magari la stessa Kanna l’avrebbe ucciso…ma questo, forse, era impossibile…



***
Quando attacchi, attendi il momento giusto.
Quando attendi, resta sospeso come il masso sul ciglio di un precipizio profondo mille metri.
Quando arriva il momento giusto, annullati nell’attacco, come il masso che precipita nel vuoto.
Suzume-no-kumo (1344)
***



Indugiò ancora con le iridi vermiglie sul suo volto riflesso nello specchio e assunse varie espressioni arrabbiate, agguerrite e crudeli, e ad ogni sguardo sentiva che delle catene immaginarie si stringevano ai suoi polsi, ferendola.

Kagura fino a quel momento era stata solo una bambola? Si chiese, appoggiando il palmo di una mano sulla liscia superficie riflettente.

Appena la battaglia fosse finita, con esito positivo, avrebbe regnato come figlia di Naraku, oppure sarebbe diventata semplicemente un giocattolo rotto, come Kohaku?
La grande Domatrice dei venti sarebbe stata controllata fino all’ultimo e poi eliminata?
Avrebbe fatto la figura del burattino che non fa più ridere gli sciocchi spettatori?

E se invece la battaglia li avesse visti perdenti? Sconfitti, costretti a sparire tra le ombre?

Le sue labbra carnosi s’incresparono in un sorriso malizioso: i loro nemici erano forti. Inuyasha e i suoi resistevano da un sacco di tempo; c’era anche quel lupastro che forse non andava sottovalutato; Kikyo possedeva quella straordinaria forza spirituale in grado di annientare Naraku e… Sesshomaru… Sesshomaru con la sua Tenseiga aveva dimostrato di essere capace di risolvere la situazione…

Se lei non era una bambola, allora doveva smettere subito di seguire gli ordini del suo burattinaio, doveva prendere il coraggio a due mani.
Le venne in mente un assurdo sentimentalismo umano che aveva sentito durante una delle sue spedizioni. Delle donne si erano dette l’un l’altra di ascoltare il proprio cuore, che è l’unico che può dare una risposta, che può essere una vera guida. Stupidi umani, che assurdità! …E poi lei in quel momento non ce l’aveva neanche il cuore, come avrebbe fatto ad ascoltarlo? Di quello sciocco cuore avrebbe sentito solamente il dolore, nient’altro.

Una scintilla di ribellione le brillò sul volto.
Se doveva morire, non si sarebbe fatta eliminare da Naraku dopo essere salita sul trono per un istante. Se veramente la sua vita era segnata, allora avrebbe esalato il suo ultimo respiro da libera.
Doveva tentare il tutto per tutto.

E come se quell’affermazione, quell’improvvisa determinazione avesse diradato la nebbia intorno alla sua ragione, cominciò veramente a riflettere su un piano, con lucidità e coraggio.

Si sedette sul pavimento e, sventolandosi lievemente con il ventaglio, cercò una scusa per iniziare ad allontanarsi dal castello.
Doveva portare dei frammenti della sfera?
No, innanzitutto non sarebbe riuscita a prenderli, e poi questo l’avrebbe legata ulteriormente a Naraku, o a Inuyasha, che l’avrebbero certamente cercata… si sarebbe basata unicamente sulle sue forze, per quanto esigue.

Quando partire?

Si stuzzicò le labbra con le dita. Doveva aspettare.
Doveva aspettare il novilunio, così Naraku sarebbe stato fuori dai piedi.
Sì, era quello il momento più opportuno, almeno avrebbe avuto un giorno di vantaggio, e se avesse visto i saimyosho li avrebbe uccisi con le sue lame di vento.

Avrebbe detto che sarebbe andata a cercare Kikyo.
Le sembrava un motivo più che valido per essere lasciata, in realtà, libera di scorrazzare alla ricerca dell’altro moccioso.
Avrebbe ucciso il cuore di Naraku e poi sarebbe partita di nuovo, verso un paese lontano, per ricominciare da capo, in totale libertà.


§§§

La notte inoltrata era più luminosa che mai per via della luna piena.
Il vento fresco ristorava i pochi abitanti del castello dalla calura che li aveva attanagliati durante la giornata

In piedi davanti alla finestra, Kagura pregustava già la sua vendetta, la sua fuga, la sua vittoria. E non le importava se poi sarebbe stato tutto vano: era troppo bello immaginare il suo trionfo.
Sentì i passi leggeri di Hakudoshi entrare nella stanza accompagnati da Kohaku, ma non gli diede la possibilità di parlare, domandandogli subito senza voltarsi:

“E’ bella stasera la luna, vero?” mentre un ghigno le si allargava sul volto; ancora pochi giorni e finalmente quell’astro luminoso non avrebbe rischiarato il cielo del castello…

“Non dire assurdità…” l’apostrofò il bambino, ma l’argomento aveva colpito nel segno, infatti quello se ne andò subito per evitare altre smancerie del genere.

§§§

“Io vado.”

“Dove?”

“A cercare Kikyo, dove se no?” Kagura era già salita sulla sua piuma, quando Hakudoshi le lanciò uno sguardo interrogativo.

“Naraku non ti ha certo dato questo incarico…” il piccolo inarcò un sopracciglio che fu in parte coperto dalla frangia di ciocche chiare.

“Non possiamo aspettare ancora! È vero, non ho avuto l’ordine, ma se trovassi Kikyo e riuscissi a portarla da Naraku, lui non potrebbe che esserne felice, non credi?”

“TU trovare Kikyo e portarla qui? Non pensi di essere troppo ottimista?” rise l’altro.

“Sei tu ad essere troppo presuntuoso: io sono sempre la Domatrice dei venti!”

“E’ vero, ma forse è meglio che io venga con te, avanti, andiamo.” E si avvicinò per salire a sua volta sulla piuma, ma Kagura si alzò un po’ scuotendo la testa.

“Meglio di no. Quella dannata sacerdotessa sentirebbe subito la tua aura. Forse la mia si noterebbe di meno, e comunque non penso che lei voglia uccidermi, quindi ho più probabilità di te… Senza contare che Naraku oggi non può rimanere da solo!”

“Va bene” assentì quello, contrariato, dopo un istante di riflessione “ma dove credi di andare? La stiamo cercando da un sacco di tempo e non l’abbiamo ancora trovata, pensi veramente di riuscirci da sola?”

“Non assicuro di riuscirci in breve tempo, ma ho anch’io i miei informatori. Sono sulla pista giusta. Addio.”

Sentì Hakudoshi borbottare qualcosa, ma ormai era troppo lontana per capirlo e presto non l’avrebbe più neppure visto.
Perfetto.
Tutto era andato secondo i suoi piani, anzi, era stato fin troppo facile, forse avrebbe dovuto insospettirsi…
Ma aveva raccontato quel cumulo di menzogne con una serietà disarmante e adesso aveva il via libera.
Naraku si sarebbe accorto presto del suo tradimento, doveva fare molto in fretta, o perlomeno trovare qualcuno che desse il filo da torcere al suo burattinaio… Non poteva contare su Inuyasha perché anche lui era un umano, adesso, ma forse sul lupastro, Koga, o chissà, magari avrebbe veramente incontrato Kikyo lungo la strada che conduceva all’altro neonato…

Mentre faceva le sue congetture, però, doveva decidere dove cercare effettivamente il moccioso. Kanna, ovviamente, non aveva detto minimamente in quale direzione si sarebbe mossa, e lei non aveva tempo da perdere. Pensò che dovesse trovarsi in un luogo disabitato, dove il rischio di essere disturbati era minimo, se non nullo, o forse in un ambiente più freddo, dove Kanna poteva trovarsi più a su agio…

Stava volando tra le nuvole più basse, quando sentì un’aura familiare.
Si guardò un attimo intorno, poi, vicino ad una sorgente, scorse il proprietario dell’aura, insieme ad una bimba e una specie di demone ranocchio: Sesshomaru.

Che piacevole sorpresa, forse poteva fare qualcosa…

Iniziò a scendere osservando il potente demone cane che gli dava le spalle, con i lunghi capelli d’argento al vento, ma senza potersene rendere conto, dopo pochi attimi, lui si voltò e i loro sguardi s’incrociarono.
Un secondo dopo, il demone aveva estratto la sua spada più affilata ed aveva saltato, tagliando in due la piuma di Kagura, che aveva saltato a sua volta, atterrando in equilibrio, ma decisamente colpita dalla prontezza dei riflessi del suo avversario e dall’improvvisa aggressività.

“Sei un po’ nervosetto, Sesshomaru?” disse con un sorriso astuto, avvicinandosi lentamente, come per fare intendere di non cercare la lotta.

“Cosa ci fai qui, Kagura?” la sua voce profonda era segnata dall’irritazione e la lama della spada era alzata in direzione della Domatrice, e non accennava ad abbassarsi

Si fissarono un momento negli occhi senza aggiungere altro, ignorando il trambusto che nel frattempo stavano creando Jaken e Rin, che correva intorno a Kagura strillando a gran voce parole che la donna non ascoltava minimamente.

“Rin, adesso smettila.” Intimò Sesshomaru, senza però rabbia e impazienza.

“Si! Rin la smette!” la bimba si impuntò sui piedi e si fermò vicino a Kagura, portandosi una mano alla fronte, come i militari in sull’attenti. Serrò le labbra con un’aria decisamente seria e per qualche secondo trattenne anche il respiro, come per rendere più autentica la sua affermazione.
Jaken la afferrò spazientito per un braccio e lei si dimenò un poco, ma poi si lasciò portare dietro il demone cane, al sicuro per ogni evenienza.

“Cosa ci fai qui?” domandò di nuovo lui, sempre in guardia.

“Puoi anche abbassare la lama, non ho intenzione di combattere contro di te, mi trovavo solo da queste parti e ho pensato di farti un salutino…” si giustificò l’altra, avvicinandosi ancora con calma.

“E’ difficile da credere, ogni volta che ti ho visto hai portato solo guai. Sentiamo, cosa sta tramando adesso Naraku?”

“Cosa sto tramando io, al massimo…” lasciò Kagura in sospeso, abbassando con la punta delle dita la lama di Sesshomaru e rivolgendogli un sorriso smaliziato. Jaken si lasciò sfuggire un “oh!”.

“Che cosa, signora?” domandò subito Rin, scordandosi di tenere la bocca chiusa, come aveva deciso di fare poco prima.

Kagura inarcò un sopracciglio, irritata:

“Non chiamarmi signora, non sono una vecchia!”

“Non gridare con Rin.” La ammonì il demone cane con un sibilo quasi serpentesco “Allora, che diavolo vuoi? Non ho certo tempo da perdere con te…”

“Stasera sarà il novilunio.” Spiegò.

“Questo lo sapevo anche da solo.” Ribatté aspramente lui.

“Credevo ci saresti arrivato, ma evidentemente hai bisogno che ti dica tutto… dato che Naraku è un mezzo-spettro, stanotte si scomporrà e sarà molto vulnerabile, così, volevo darti un’indicazione, nel caso ti venisse in mente di vendicarti di lui per quanto è successo nella tomba di tuo padre…”

Le labbra di Sesshomaru si allargarono in un ghigno amaro e si voltò, dandole le spalle.

“Ecco cosa volevi… vuoi ancora propormi quel patto, vero? Ma la mia risposta è sempre la stessa: non ho alcun motivo di aiutarti. Se vuoi liberarti di lui, fallo da sola.”

“Sei solamente uno stupido demone arrogante! Non ho certo bisogno di te!” si tolse una piuma dai capelli e la fece ingrandire “spero proprio che Naraku riesca ad ammazzarti prima che io faccia la stessa cosa con lui!” vi salì sopra e, ancora livida di rabbia, mordendosi un labbro, volò via.



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  #20  
Vecchio 05-05-2006, 17:41
Maria Maria non è connesso
Suzaku Fan
 
Data registrazione: Mar 2006
Messaggi: 424
Predefinito Re: Le vostre storie!

Sesshomaru x Kagura forever!!!!
Molto bella!^^
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